Un incontro
affascinante tra tecnologia ed arte che dimostra come quest’ultima può ben
integrarsi alle innovazioni.
Franza Carolina, iconografa di Trieste con una crescente reputazione nonchè
apprezzamenti per la qualità delle sue opere, le icone (cfr. articolo del dicembre 2013) ha
realizzato questo dipinto con la medesima tecnica.
In questo opera è
possibile ammirare la raffinata arte
figurativa , il disegno geometrico, il gioco di
chiari e scuri e la funzione divulgativa tramite l’informazione
multimediale.
Un ulteriore possibilità dell’arte 2.0 presente in questo
prodotto artistico che va al di là dell’ apprezzamento dell'arte stessa.
Le possibilità sono evidenti. La versatilità del codice Qr permette un immediato collegamento tra la realtà rappresentata dall'opera
fisica e la dimensione digitale.
Tramite il codice QR, magistralmente riprodotto attraverso
l’antica tecnica della pittura su tavola si accede, mediante l'utilizzo degli
smartphone e tablet, a contenuti multimediali di approfondimento della pagina
web dedicata al Museo del Caffè sito in centro a Trieste, a cui l’artista ha
dedicato l’opera.
Trieste, città Mitteleuropea, è il più importante mercato
italiano del caffè. Riconosciuta a livello mondiale, Trieste è un centro di
eccellenza di quella che risulta essere per molti la bevanda quotidiana. È infatti presente
l’intera filiera del caffè, dall’importazione della materia prima: il chicco,
al prodotto finito: la tazzina di caffè.
Non poteva quindi non essere presente a Trieste un Museo del Caffè, realizzato grazie alla volontà ed al grande impegno profuso del Sig.
Gianni Pistrini – assaggiatore caffè
– giornalista e responsabile culturale museale, che nel corso degli anni ha stretto
partnership con altri istituti di diversi Paesi europei.
Come già segnalato in un precedente articolo, la difficoltà
di riprodurre con il pennello i codici è qui ulteriormente evidenziata dal
fatto che, sempre con l’impiego di colori materici naturali, il codice è
realizzato dipingendo i minuscoli chicchi di caffè in diverse tonalità e i diversi gradi di maturazione della drupa, ovvero del frutto della pianta del caffè: verde quando ancora immaturo, poi ulteriori diverse sfumature, a seconda dei diversi stadi di maturazione, fino al raggiungimento della tonalità rossa.
A dimostrazione che i
codici, se ben progettati e realizzati non necessariamente devono essere
rappresentati da quadrati bianchi e neri.
Ulteriore particolarità che rende unica l’opera è data dall’
inserimento all’interno del QR di un disegno assolutamente non geometrico: la
pianta del caffè .
Un codice QR con personalità!
L’ artista stessa ha descritto il dipinto e i preziosi
materiali utilizzati:
Titolo del dipinto: QR Caffè
Per pubblicizzare il Museo del caffè di Trieste, ho
realizzato un quadro impiegando come materiali il latte ed il caffè.
Il metodo è quello tradizionale dell’arte su tavola
italiana, secondo il metodo di Cennino Cennini, tradotto in linguaggio moderno
con alcune puntualizzazioni da Tommaso Palamidessi.
L’immagine è realizzata su tavola di abete, a cui è stata
applicata una tela di bisso di lino bianco usando colla di caseina lattea (ed
ecco il latte!); successivamente su quattro strati di bolo armeno è stata
applicata la foglia d’oro 23 kt e ¾.
I pigmenti usati sono ossidi di ferro,
cioè ocra rossa e gialla, terra d’ombra bruciata, a cui è stato aggiunto del
caffè solubile (ed ecco il caffè!); poi il cinabro autentico (solfuro di
mercurio), la lacca di garanza (estratta dalla pianta rubia tintorea), il
bianco di titanio ed il verde ftalo.
Tutti i pigmenti sono temperati al tuorlo
d’uovo fresco. E’ stata protetta con vernice finale.
Il soggetto è la pianta del caffè.
Dopo averla studiata dal punto di vista del ciclo
vegetativo, ho guardato le raffigurazioni dei trattati erboristici per vedere
quali caratteristiche venivano messe in risalto. Vediamo dunque la pianta con i
fiori, i frutti, ma vediamo anche delle tenere piantine sbucare dal seme, ed
infine i chicchi di caffè torrefatti!
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